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… e la storia continua…

occupare il presente
Occupare il presente

Sì, perché alla fine del percorso, che qualcuno affetto da insonnia avrà avuto la pazienza di leggere, può valere la pena di “leggere” la vita e il mondo della scienza secondo nuovi paradigmi che ci permettano di capire meglio il mondo che ci circonda. La lente  attraverso cui osservare la realtà, come il nostro ipotetico insonne avrà avuto modo di osservare , è quella della consapevolezza. Concetto su cui avremo modo di ritornare.

Questo spero possa diventare un luogo privilegiato dove cercare di condividere, pacatamente, nuovi modi di vedere la realtà, appunto, con consapevolezza.


Una notizia da cui iniziare il nostro blog ci viene dall’Oxford Dictionary che si arricchisce ogni anno di una nuova parola. Per il 2016 è stata scelto l’aggettivo «post-truth», visto l’aumento del 2000% dell’uso del termine nel 2016 rispetto all’anno precedente. La definizione data dal dizionario è

“relazionato con, o denotante, circostanze in cui nella formazione dell’opinione pubblica i fatti obbiettivi sono meno influenti rispetto agli appelli alle emozioni e alle credenze personali”
Vediamo alcuni esempi: nella campagna per le presidenziali americane una delle affermazioni più ripetute dallo staff dei repubblicani è stata quella che negava che Obama fosse nato negli USA. Ancora: nella campagna per la Brexit il fondatore del movimento Leave.EU Arron Banks sosteneva che “i fatti non sono importanti. E’ necessario essere in contatto con i potenziali elettori in modo emozionale. Questo è il successo di Trump”. Altro esempio: uso distorto, da parte di Tony Blair, delle informative dell’intelligence inglese per giustificare la guerra in Iraq (Rapporto Chilcot 2016).

Diversi sono i fenomeni che hanno portato a quella che è stata definita “post truth politics” o, addirittura, “regime of post truth”. Vediamoli in sintesi

  • Perdita di credibilità delle istituzioni (media tradizionali, agenzie governative etc), con successiva nascita di nuovi soggetti capaci influenzare, anche in modo non corretto o addirittura falso l’opinione pubblica.
  • Sempre maggiore tendenza dei soggetti politici a usare una drammatizzazione dei messaggi, volta a una maggiore adesione alla propria proposta.
  • Lo sviluppo sempre più pervasivo di tecniche di comunicazione politica basata su teorie cognitive con l’obiettivo di “gestire” credenze e percezioni di strati di popolazione utilizzando quello che è stato definito “microtargeting”: tecnica mutuata da strategie di marketing utilizzate ad esempio da Visa e American Express per capire le preferenze dei consumatori utilizzando la tipologia degli acquisti effettuati in precedenza.
  • Social media come cassa di risonanza.
    • Sempre più spesso i motori di ricerca forniscono informazioni basandosi su gli orientamenti religiosi, politici etc delle persone. Questi dati sono ottenuti utilizzando, ad esempio, quanto è stato detto su Facebook, sui “mi piace”, sulle condivisioni etc. In questo modo si riceve quello che è in linea con le proprie idee.
    • Effetto moltiplicatore di affermazioni generate da singoli soggetti senza il contrappeso di “autorità” capaci di distinguere tra vero e falso, accurato e inaccurato.
    • Gli algoritmi e le formule matematiche che determinano cosa è prevalente nella rete e nei social spesso si basano su quanto gli utenti vogliono più che su cosa sia vero. Una conferma viene da uno studio effettuato da Pew Research Center che ha evidenziato che le fonti d’informazioni cui attingono persone fortemente caratterizzate politicamente sia di destra che di sinistra sono diverse tra loro e diverse ancora da quelli che presentano posizioni più sfumate. In questo senso possiamo dire che “l’offerta politica è quella di pensare a qualcosa che non solo non esiste ma che in ogni senso può essere definita falsa e decidere di volere che questa si realizzi. Io penso che la domanda che dobbiamo porci è che tipo di falsità vogliamo” (S. Kris)
    • Per usare le parole di Obama a proposito della campagna presidenziale di quest’anno “Il sistema attuale dell’informazione comporta che tutto è vero e niente è falso”.

In quest’ottica è dunque facile capire la logica che c’è in fenomeni come il negazionismo del riscaldamento globale o dell’evoluzione della specie o il complottismo che tira in ballo “poteri forti, nuovo ordine mondiale, Bilderberg o massoneria”. Non che questi non siano a volte presenti; ma il tutto viene sempre assemblato ad arte.

Penso che oggi, come non mai, sia necessario prestare un’attenzione particolare alla “qualità” e autorevolezza della fonte delle nostre informazioni per evitare di essere facilmente manipolati. Portare una consapevolezza profonda nei meccanismi di formazione dei nostri convincimenti può essere un discreto antidoto al “pensiero unico”. Proviamo a gettare uno sguardo “al campo avverso”: forse potremmo scoprire delle cose … interessanti.

Penso che si possa concludere con Pariser:

“Un mondo costruito esclusivamente sulla base di ciò che ci è conosciuto è un mondo in cui non c’è niente da imparare; dato che in questo c’è una invisibile auto propaganda che ci indottrina con le nostre stesse idee.”

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