Mindfulness utile…ma funziona solo per i manager?

La prestigiosa rivista Harvard Business Review, nel numero di Gennaio di quest’anno, ha riportato il lavoro scientifico di un team di ricercatori dell’Università del British Columbia e del Chemnitz University of technology che hanno messo insieme i dati di oltre 20 studi internazionali per determinare quali aree cerebrali siano coinvolte nelle pratiche di mindfulness. In questo studio sono state identificate almeno 8 aree coinvolte. In particolare i ricercatori si sono soffermati su due aree: la Corteccia del Cingolo Anteriore (CCA) e l’Ippocampo. La prima è la sede della nostra capacità di autoregolazione e di imparare dalle precedenti esperienze: sembra semplice! Ma c’è molto di più. La abilità di autoregolazione determina come noi possiamo dirigere volutamente la nostra attenzione ed il nostro comportamento in modo motivato, con la capacità di cambiare strategia davanti al cambiamento e sopprimendo gli stimoli inappropriati al compito che abbiamo davanti. L’ippocampo è, viceversa, coinvolto nella autoconsapevolezza, nella compassione e nell’introspezione. Nelle persone che effettuano il protocollo di MBSR dopo solo 8 settimane si assiste a un significativo aumento del contenuto di materia grigia di quest’area cerebrale. Va, inoltre, segnalato che questa area ha una grande quantità di recettori per il cortisolo che è l’ormone “marcatore” dello stress; tanto che la sua valutazione è uno dei cardini della diagnosi dello stress lavoro-correlato. Va inotre detto che nelle situazioni di stress cronico come si assiste nella depressione e nella Sindrome Post-traumatica da Stress l’Ippocampo si presenta più piccolo. Le funzioni dell’Ippocampo appaiono correlate alle capacità relazionali, allo sviluppo personale e quando dobbiamo affrontare cambiamenti importanti. Più in generale, la mindfulness determina cambiamenti importanti nelle aree cerebrali coinvolte nella resitenza al dolore, regolazione dell’emozione, introspezione ed il senso del sè. Da tutto questo il numero dell’Harvard Business Review conclude che la mindfulness deve essere considerata, per i manager, un “must”, elemento essenziale nell’espressione della leadership. Inoltre ” può essere integrata nella propria vita spirituale o religiosa o praticata in modo laico. Quando ci sediamo, respiriamo e ci proponiamo di essere presenti nel momento presente in modo non giudicante e soprattutto condividiamo con altri che hanno lo stesso atteggiamento ci apriamo al cambiamento.
I dati della letteratura indicano che gli effetti positivi delle pratiche di consapevolezza rappresenta un potente mezzo a nostra disposizione per mantenerci “sani” in una società che ogni giorno ci presenta sfide sempre più impegnative. dunque, non solo per manager
i soggetti che

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