Libri di auto aiuto, Goethe e l’Happycrazia

Il fatturato del cosiddetto “auto aiuto” (corsi, libri, seminari etc) fattura oltre 11 miliardi di dollari all’anno solo in America (qui) ed è in costante aumento negli ultimi anni. Digitando “libri di auto aiuto” su Google, troviamo quasi 99.000.000 risultati. In Europa la situazione è simile: La Fiera del Libro di Madrid ha certificato in Spagna quest’anno un aumento del 40% delle vendite dei libri di auto aiuto nel periodo del lockdown e un fatturato nel 2020 di oltre 28 milioni di euro. Parliamo del 10% del totale delle vendite di libri in Spagna. Mi sembra molto interessante, e non casuale, la coincidenza di aumento di vendite e periodo di riduzione della mobilità.

I libri di auto aiuto e il Covid

Tutte le agenzie nazionali e internazionali che si interessano di salute hanno da subito messo in guardia sull’aumento del disagio psicologico che si sarebbe verificato con il confinamento fisico. A suo tempo ne avevo parlato anch’io (qui). L’essere chiusi tra quattro mura, il ricorso allo smart working, l’impossibilità di interazioni sociali, potenziali elementi di aiuto, è il mondo che abbiamo abitato in quel periodo. E allora, di fronte al disagio si cerca la risposta nei libri di auto aiuto. Un amico non lo potevo far arrivare con Amazon, un libro si. Tutto questo insieme all’ansia legata all’incertezza del futuro, della stabilità del lavoro, delle proprie condizioni economiche, etc.

Con il Covid ci siamo trovati dentro un frullatore che ci ha costretto a ripensare alla nostra vita, alle scelte fatte in passato e di cui scontiamo gli effetti, alla voglia di stabilità ma anche con la contemporanea urgenza percepita di un cambiamento. Si spiegano così il fenomeno di YOLO (You Only Live Once), e che potremmo tradurre con Si vive una volta sola, espressione usata anche da Goethe nel 1774. È il fenomeno che registra l’abbandono del lavoro quando ritenuto non gratificante e economicamente deprimente. In questo scenario va posto anche l’aumento del 44% rispetto all’anno precedente delle dimissioni del personale sanitario e di cui ha dato recentemente conto l’ISTAT.

E allora che c’è di meglio di un libro di auto aiuto nell’accompagnarci in questa battaglia tra stare e andare?

Cosa sono i libri di auto aiuto?

Sono testi cartacei o e-book in cui si indica come migliorare, attraverso tecniche pratiche, le proprie condizioni economiche, relazionali, emotive e psicologiche. Non stiamo evidentemente parlando di libri divulgativi che sono certamente utili ma di quelli con la pretesa di dare delle soluzioni concrete e praticabili.

Potremmo identificare due ottiche di scrittura: una che si propone di aiutare il lettore ad aumentare la sua stabilità psico-emotiva e un’altra, più generale, in cui si cerca di rinforzare le motivazioni “salutiste”. Dunque: come “essere felici”, “aumentare la propria libido”, “come farlo felice (!!!)”, ” come pensare positivo etc. In particolare, una gran parte dei libri di auto aiuto sono concentrati sul disagio psicologico: disturbi del comportamento alimentare, disturbo ossessivo compulsivo, depressione, etc; dal come affrontarlo ai rimedi da applicare, a come aiutare una persona cara che ha quel problema specifico etc. Probabilmente si sta ricreando una situazione simile a quella degli anni ’80, quando cominciarono a uscire libri centrati allora sul benessere fisico, sulla necessità di fare attività fisica, etc. Solo che oggi il focus è quello del benessere psicologico, sull’ “obbligo della felicità” , è stata chiamata Happycrazia, sull’abolizione del disagio psichico, etc.

Ora, come nei romanzi e nei saggi, ci sono libri ottimi (pochi) mediocri (abbastanza) e pessimi (molti); ma tutti quelli di auto aiuto presentano alcuni difetti di fondo.

La semplificazione

C’è l’idea semplicistica che il disagio psicologico possa essere inserito in un cliché rigido. Tutti i depressi sono uguali, quelli affetti da disturbo ossessivo compulsivo presentano le stesse caratteristiche e quelli con disturbi di ansia sono fotocopie. Tale semplificazione porta a una risposta stereotipata che non tiene minimamente conto della complessità e delle sfaccettature dell’essere umano in generale e del disagio psicologico in particolare. Lo stesso si può dire di quelli “Come diventare milionari”: si danno consigli semplici e comprensibili su come diventare ricchi utilizzando i meccanismi del mercato o della borsa. Salvo poi scoprire che come dice Christopher Buckley nel suo “Dio è il mio broker”: “l’unico modo per arricchirsi con un libro di auto-aiuto è scriverne uno”.

E se le cose sono così semplici allora è possibile fare tutto da soli … con un libro di auto aiuto. La semplificazione ha però un difetto: porta a soluzioni pratiche di corto respiro, non strutturali e dunque di fatto del tutto inefficaci.

La colpevolizzazione

In questi testi c’è una idea più o meno nascosta di colpevolizzazione: “se sei depresso la colpa è tua, se non hai successo la colpa è sempre tua, se nelle relazioni affettive sei una frana la colpa è comunque tua“. Cambia il tuo modo di relazionarti alla vita e tutto andrà a posto. Questi testi dunque sottintendono l’idea che la felicità o il benessere sia una scelta personale.

Questo messaggio, però, determina oltre alla colpevolezza anche molta frustrazione in quanto se si cerca di porvi rimedio ci si rende conto che le cose non sono così semplici come promesso. Cambiarci è possibile ma non è un compito né facile né superficiale e presuppone un lungo lavoro, a volte di anni e spesso con la necessità di un confronto con una persona reale.

Molte volte l’ansia o lo stress inoltre sono legati a fattori esterni. Prendiamo una persona con un lavoro precario e a basso reddito che ha l’ansia di non arrivare a fine mese. Non c’è libro che tenga di fronte ai problemi strutturali e collettivi. E allora se la colpa è mia “allora io posso risolvere tutto da solo” non funziona.

Errore di prospettiva

Strettamente legata al punto precedente c’è un errore di prospettiva: l’idea che emozioni e pensieri disturbanti, problemi relazionali ed economici siano elementi che vadano assolutamente eliminati. Sono un inciampo sulla via del diritto alla felicità, come abbiamo visto prima. Questi libri ci dicono che è facile avere una vita migliore, che possiamo migliorare le nostre relazioni affettive, che possiamo essere più produttivi e dunque ci forniscono le chiavi di accesso alla Felicità. Basta eliminare queste pietre d’inciampo, è il mantra di questi testi, e la Felicità è a portata di mano.

Già la Felicità … Cosa è la Felicità? Magari ne parliamo in altro post…

Quello che è certo è che nessuno è in grado di darne una definizione universale, anche quelli che scrivono libri di auto aiuto su “Come essere felici”.

La tristezza ci impedisce di essere felici? E l’ansia?

Le neuroscienze ci dicono di no.

Voler eliminare la tristezza o l’ansia sono “gli obiettivi del cadavere”:gli unici che sono riusciti a farlo ….. ma forse non sono tanto felici.

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