I sogni in tempo di Covid: sogni di più? A tinte forti? Hai incubi?.. Tranquillo!! Sei in buona compagnia.

Non se ne parla per niente, non se ne parla  negli articoli che parlano degli effetti del Covid sulla nostra psiche, non se ne parla nei talk della sera; quello che è certo, però, è che i sogni sono diventati un argomento di tendenza come dimostrato nelle scorse settimane da Google trend, che analizza gli argomenti più di voga del momento; in cui la parola “sogni” e termini correlati come incubi è stata in vetta alla classifica dei termini più cercati . Come è certo che i miei, (solo i miei?) pazienti riferiscono in seduta di sogni più frequenti, più vividi, più strani e a volte con le caratteristiche degli incubi. D’altra parte sembra che realtà e sogni si siano scambiati la scenografia, una si ammanta di simboli onirici: strade vuote, gente con strani maschere, il silenzio che accompagna una vita che cammina al rallentatore; e l’altra è fatta di assembramenti, momenti conviviali, incontri e viaggi, tanti viaggi. Come ha detto qualcuno, stiamo vivendo un incredibile esperimento di massa in cui milioni di persone di diversa età, diversa condizione socio-economica e diversa cultura si trovano intrappolati in una condizione di isolamento più o meno stretto ma certamente diffuso. E i sogni fanno parte a pieno titolo di questa realtà. Come si sogna al tempo del Covid 19? Prima di cercare di dare una risposta a questa diffusa tendenza è bene farsi la domanda perché sogniamo, domanda che ha affascinato da sempre filosofi, religiosi, e scienziati sebbene il tema è difficile da afferrare.
Vediamo le diverse ipotesi fatte:

  • Considerare (Freud) i sogni come “guardiani del sonno” dato che concentrandosi la mente sul sogno eviterebbe di essere distratta dal mondo esterno. Inoltre l’attività onirica sarebbe espressione di contenuti repressi che potrebbero trovare soddisfazione senza dover essere agiti nella vita reale.
  • Il sogno (Jung) permetterebbe di bilanciare alcune caratteristiche della vita reale con modalità opposte: l’introverso sognerebbe modalità estroverse per sentirsi più bilanciato.
  • Sviluppare la propria individualità (Jovet)
  • Il sogno lavora sulla memoria consolidandola, eliminando inoltre tracce mnemoniche non più utili; come cancellare i i file inutili da un disco del computer.
  • Permette la risoluzione di conflitti emotivi, soprattutto a livello sociale
  • Il sogno sarebbe una sorta di gioco in cui la mente, come in un video gioco di simulazione, ha la possibilità di “giocare” con l’irrealtà
  • Provare i comportamenti da utilizzare in caso di minaccia
  • La nostra mente, per funzionare, ha bisogno di “modello di mondo”, una cornice in cui far confluire le esperienze, il mondo esterno e i pensieri. Dunque il sogno permetterebbe di aggiustare e aggiornare il nostro “modello di mondo” per identificare anche le migliori strategie da mettere in atto alla luce delle modifiche introdotte nel nuovo modello.
  • Rielaborazione delle emozioni provate

Il fatto che ci siano così diverse e numerose ipotesi probabilmente ci dice che non abbiamo ancora un modello unificato di cosa il sogno sia e dunque perché sogniamo o, forse più probabilmente, forse il sogno svolge tutte queste funzione accentuandone alcune in certi periodi o momenti della nostra vita. Al di là di tutte le ipotesi comunque, c’è l’idea condivisa che veglia e sogno non siano mondi separati che non comunicano ma piuttosto che questi due aspetti dell’attività della mente si trovino su un continuum e si influenzino profondamente l’un l’altra. È esperienza comune che i sogni, spesso non ricordati, siano capaci di influenzare il nostro umore al risveglio oppure che quanto vissuto durante lo stato di veglia determini il tono dei nostri sogni.

Quella di una modificazione del ritmo, frequenza, contenuti nei sogni sembra essere una costante mondiale. Anche il  New York Times ha dedicato un lungo articolo sul perchè di queste modificazioni.

Allora, alla luce di quanto detto, si sogna di più perché la situazione attuale rappresenta una vera e propria sfida con cui la nostra mente deve confrontarsi. C’è la percezione della realtà di una morte possibile, il senso di insicurezza economica e sociale, il senso di incertezza diffuso,  la globalizzazione della minaccia e dunque l’impossibilità di un posto in qualche modo sicuro, la percezione che il mondo come l’abbiamo conosciuto non ritornerà come era prima.  Se osserviamo l’elenco riportato sopra e lo caliamo nella situazione attuale possiamo ipotizzare alcune funzioni dei sogni in tempo di Covid:

  • Sintonizzare la nostra mente su nuovi scenari che la realtà ci sta imponendo.
  • In un “nuovo mondo” percepito come minaccioso, forse la nostra mente sta cercando di trovare nuovi modi di rispondere alla minaccia percepita.
  • Di fronte ad un tipo di vita caratterizzato da ritmi rallentati e a minori stimoli sociali, solo parzialmente compensati da videochiamate e frequentazioni con la reti sociali, ripristinare l’equilibro fornendo nei sogni quegli stimoli di cui la mente percepisce la mancanza.
  • Sistemare le nostre emozioni percepite come negative (paura, rabbia, tristezza etc) in un quadro di riferimento più ampio

Date queste premesse, è normale dunque che tutti, forse senza saperlo, sogniamo di più e in modo forse ancora più bizzarro del solito.

Allora se sogniamo di più e in modo differente, la nostra mente forse ci sta aiutando a venirne fuori; se non dal Covid 19 almeno dai suoi effetti.

Tranquilli !!Sto lavorando per voi.

 

 

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