Il momento presente: il qui e ora. La fisica quantistica e le neuroscienze

Più volte abbiamo fatto riferimento al cosiddetto momento presente, il  “qui e ora”, punto centrale della meditazione Mindfulness e di tante pratiche orientali di meditazione . Potrebbe sembrare che questo argomento abbia delle valenze per così dire solo filosofiche; ma le cose sono più complicate e riverberano nella nostra vita di ogni giorno. Vediamo perché.

Secondo il nostro comune sentire  e le nostre percezioni, il tempo non è altro che il dipanarsi continuo di momenti successivi; momenti che inevitabilmente scorrono uno dopo l’altro e senza possibilità di percorrere in avanti e a ritroso questo svolgersi di momenti. Tralascio volutamente quest’ultimo aspetto così visitato dalla fantascienza e dal cinema, basterebbe citare Ritorno al Futuro, tenendo presente che la Fisica quantistica lo ha teorizzato come possibile, e restiamo sul tema del momento presente.

Secondo questa teoria, e già prima secondo Einstein,  se noi avessimo la possibilità di guardare l’universo al di fuori dello spazio e del tempo avremmo la possibilità di vedere da una parte l’inizio, il Big Bang dall’altra… qualunque cosa succeda. E in mezzo la nostra nascita e in contemporanea la nostra tomba. Fino alla fine del tempo e dell’universo. In altre parole, per quanto sia difficile da accettare dal nostro consueto modo di pensare, da questa impossibile prospettiva, al di fuori del tempo e dello spazio, non c’è nessuno scorrere di avvenimenti, nessun flusso, passato presente e futuro sono tutti contemporaneamente reali e presenti, tutti congelati in un eterno “ora”. Tutte le generazioni che mi hanno preceduto dai tempi dell’Uomo di Neanderthal  fino a tutta la mia discendenza sono tutti lì che mi guardano.

La conferma che il tempo non sia una costante è stato dimostrato dal famoso esperimento degli orologi. In questo, uno di due orologi estremamente precisi, al milionesimo di secondo, è stato mandato in orbita su un satellite. Al rientro, l’orologio che era stato in orbita indicava un tempo minore. Cioè il tempo è in funzione della velocità dell’osservatore.

Sono uno dei tanti paradossi che la fisica quantistica ci mette davanti. E quello del tempo è uno di quelli in cui la nostra mente sembra confondersi nel non avere punti di riferimento. Io che non sono fisico mi sono fatta questa immagine. E’ come essere al centro di una sfera, nel punto in cui ogni punto della superficie si trova alla stessa distanza dal centro. In quel centro tutti gli avvenimenti, immaginati sulla superficie della sfera, sono equidistanti, non c’è un prima o un dopo. Pur con alcune inevitabili differenze, è quanto succede se penso, per esempio,  alle somiglianze di mia nipote con mia madre morta da qualche anno e a quanto quelle somiglianze mi fanno prevedere sul suo futuro comportamento. In quel pensiero, che rappresenta il mio momento presente, c’è sia il passato che il futuro, uniti in un unico momento di sintesi. Dunque anche noi, se ci pensiamo, possiamo avere dei momenti in cui passato e futuro si concentrano in un momento presente.

Tradizionalmente, nella meditazione orientale, buddista e induista, e nella Mindfulness, l’attenzione è centrata proprio sul restare e abitare il momento presente: che sia il respiro, le sensazioni corporee o i pensieri e le emozioni che si affacciano alla nostra coscienza. Il tutto con un atteggiamento di accettazione e non giudicante secondo le nostre abituali categorie di piacevole o spiacevole. Ma quanto dura questo momento presente? Una frazione di secondo, 1 secondo o più?

Gli studi sul funzionamento del cervello hanno dimostrato che quello che è stato definito “presente psicologico” dura tra i 2 e i 3 secondi ed è il tempo della nostra consapevolezza. Tale presente psicologico non è rappresentato da un unico momento ma piuttosto costituito da una serie di “mini-presenti” che la nostra mente fa affiorare alla nostra consapevolezza. C’è inoltre da osservare che è la nostra mente a decidere cosa “metterci” in questi mini-presenti. Dunque se ad esempio faccio una meditazione sulle sensazioni corporee, solo restando aperti all’esperienza in modo non giudicante possiamo ridurre il filtro della mente e portare la consapevolezza anche alle sensazioni più sottili e meno evidenti. Anche perché, a complicare il tutto, c’è l’osservazione che le diverse aree del nostro cervello misurano il tempo in modo differente; al punto che potremmo vedere e giudicare contemporanee esperienze che contemporanee non sono; o valutare come successive sensazioni che viceversa sono contemporanee.

La cosa interessante che questo tempo calcolato in circa 2 – 3 secondi, può essere dilatato. Se, ad esempio, faccio una pratica informale come un pranzo consapevole, questo presente psicologico si allarga, si dilata arrivando a contenere, anche temporalmente, spazi di consapevolezza con sensazioni, sapori profumi etc che rendono l’esperienza comune di un pranzo un momento  profondo di “vita dilatata”. La Mindfulness ci permette di essere immersi nell’esperienza della vita, qualunque cosa stiamo facendo, e di vedere tutte le sfumature presenti e di scoprire tante cose che inconsapevolmente avevamo perso permettendoci anche di coprire tanto sul modo di funzionamento della nostra mente e delle nostre reattività

Ecco perché vivere in modo mindful vuol dire vivere in modo ricco e pieno l’esperienza della vita, anche nei suoi momenti, apparentemente e solo apparentemente,  più banali e insignificanti.

La Mindfulness è un viaggio di scoperta e guarigione (J. Kabat-Zinn) 

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